Lo sclerometro, è costituito da un maglio di acciaio caricato a molla che, quando viene rilasciato, colpisce un pistone di acciaio a contatto con la superficie del calcestruzzo. La distanza di rimbalzo del martello di acciaio dal pistone di acciaio deve essere misurata su una scala lineare applicata al telaio dello strumento, ovvero mediante la misura di grandezze energetiche o di velocità.
A seguito dell’impatto della massa battente, l’energia cinetica in parte viene dissipata nell’urto, sotto forma di deformazioni anelastiche del calcestruzzo, ed in parte viene restituita alla massa battente, che rimbalza grazie all’elasticità dei due materiali che entrano in collisione: acciaio e calcestruzzo. Il risultato del test viene espresso come un numero in termini di distanza di rimbalzo della massa. Il risultato può essere espresso anche in termini di energia o di velocità differenziale prima e dopo l'impatto della massa.
Più dura è la superficie del calcestruzzo e maggiore sarà l’entità del rimbalzo della massa battente: la distanza del rimbalzo è misurata da un indice che scorre lungo una scala graduata presente sullo strumento, detto appunto indice sclerometrico (etimologicamente misura di durezza). Per ottenere una stima affidabile di un’area di prova si deve effettuare un numero minimo di nove misurazioni.
Tale indice sclerometrico, è funzione della risposta meccanica della zona corticale del calcestruzzo e della zona immediatamente ad essa sottostante e può essere utilizzato per la valutazione dell’uniformità del calcestruzzo in sito, per delineare le zone o aree di calcestruzzo di scarsa qualità o deteriorate presenti nelle strutture.
Come previsto dalla norma tale tipo d’indagine può essere utilizzata per la determinazione della resistenza in situ mediante opportuna correlazione tra i risultati dell’indagine sclerometrica e la resistenza del calcestruzzo in situ, ricavata a mezzo di prove a compressione assiale su cubetti di calcestruzzo o su carote prelevate direttamente dalle strutture.
Il metodo di prova non è inteso come una alternativa per la determinazione della resistenza alla compressione del calcestruzzo (UNI - EN 12390-3).
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